Cavolo cappuccio (Brassica oleracea var. capitata)
Fam. Brassicaceae
La varietà da insalata si semina a maggio, mentre quella adatta per fare i crauti si semina a luglio. Le piantine, una volta cresciute, si diradano, tenendo quelle più rigogliose a una distanza di circa 50 cm.
Quando le piante di cavolo sono cresciute si rincalzano con la terra.
Si raccoglie a fine ottobre o nel mese di novembre.
L’utilizzo locale – due ricette
Cappucci stufati: si taglia il cavolo cappuccio finemente; si mette in una pentola, con olio e carne di maiale o lucanica e si cuoce sul focolare per circa un’ora e mezza; si mangia con la polenta.
Crauti: si tagliano tre/quattro cavoli cappucci in due parti; si toglie il torsolo e si affettano, con un’affettatrice manuale. Si mettono in un tino, si cospargono con un po’ di sale, poi si fa un altro strato di cavoli affettati, sale e così via fino a riempire il tino. Si chiude il tino con assi e teli di cotone, con sopra un sasso, in modo che i cavoli siano ben pressati. Si lascia il tutto a macerare per circa 40 giorni in un luogo fresco, togliendo ogni tanto l’acqua che riaffiora. I crauti si conservano fino ad aprile. Si consumano insieme alla carne affumicata o agli insaccati di maiale e con contorno di polenta.