Caccia ai Tesori di Fai della Paganella

Un percorso a tappe:

» I percorsi “caccia al tesoro” sono degli itinerari a sorpresa (l’itinerario varia di volta in volta) con tre diverse lunghezze:
– Facile: percorsi in 5 tappe breve.
– Medio: percorsi in 6 tappe, con percorrenze più lunghe.
– Lungo: percorsi in 8 tappe, in tutto è indicativamente una passeggiata di circa 1 km.
» Per proseguire devi disporre solo di uno smartphone in grado di inquadrare i QR code con la fotocamera.
» In ciascuna tappa dovrai risolvere un indovinello, una domanda in legata a tradizione o riferimenti storici di quel luogo.
» Se risponderai correttamente ti verrà indicato sulla mappa il punto successivo.
» L’obiettivo sarà quello di concludere il percorso con il più alto punteggio possibile!

IL PUNTO DI PARTENZA SI TROVA IN PIAZZETTA ORME (PALAZZETTO)

I punti della Caccia ai Tesori

1 Cóel de la Loré
Il termine cóel indica, nel dialetto faiòtto, una cavità, una caverna naturale nella roccia. Queste si originano dalla corrosione della roccia calcarea da parte dell’acqua che in alcuni casi è in grado di creare veri e propri fori (fori carsici). Non è conosciuta la derivazione del termine Loré. In passato veniva utilizzato come spazio per affumicare gli insaccati prodotti in casa.

2 Bait del Tonelìn
Ruderi di una baita privata con riferimento al soprannome della famiglia proprietaria. In passato i bàiti, costruiti in pietra, erano molto utili al lavoro di boscaioli e contadini come riparo e deposito per gli attrezzi.

3 Cóel deI Brusàdi
Il termine cóel indica, nel dialetto faiòtto, una grotta, un anfratto roccioso naturale. Queste si originano dalla corrosione della roccia calcarea da parte dell’acqua che in alcuni casi è in grado di creare veri e propri fori (fori carsici). Si dice che in questa località venissero bruciate le sterpaglie: da qui il riferimento al termine Brusàdi.

4 Cascata
Piccolo ruscello nel bosco proveniente dalle acque di scolo del paese di Fai e caratterizzato dal salto che le ha conferito la definizione di “cascata”.

5 Iane
Nel dialetto faiòtto, il termine iane identifica un particolare terreno roccioso solcato da profonde linee di corrosione da parte dell’acqua. Questi fenomeni carsici sono detti karren e sono dovuti alla particolare composizione della roccia. Le profonde e strette spaccature che la caratterizzano sono da sempre considerate pericolose per l’uomo e per il bestiame al pascolo.

6 Tornante strada vecchia
Il tornante rimane a testimonianza della vecchia strada definita “assai ripida e disastrosa” già nel 1847. A causa della sua lunghezza era definita strada “de le lònje” e venne sostituita dall’attuale strada ultimata nel 1964.

7 Esbosco per gravità
Un tempo il trasporto del legname era un lavoro duro e pericoloso. Le piante che crescevano in montagna venivano tagliate e dovevano essere trasportate a valle senza l’utilizzo di mezzi. In inverno, uno dei metodi più utilizzati prevedeva di sfruttare piccole vallecole per far scivolare i tronchi fino a valle. Se non vi erano linee naturali, le stesse venivano realizzate artificialmente. Il lavoro era molto pericoloso poiché gli uomini e gli animali impiegati per buttare il legname nel condotto e quelli preposti alla sorveglianza delle curve potevano venire trascinati via dai pesanti carichi lanciati verso il paese a tutta velocità.

8 Teleferica valtellinese
Il legname è da sempre una delle principali risorse dei montanari. La legna ha permesso la vita delle persone in montagna grazie alla possibilità di scaldarsi e di cucinare, di realizzare case ed utensili. Più recentemente e ancora oggi, il legname viene tagliato e venduto. In questo luogo è stata montata una delle più importanti teleferiche che sono state utilizzate per filare il legname tagliato, ovvero per trasportare in paese la preziosa risorsa dalla cima del monte Faussiór con un volo di circa 500 m.

9 Cava
In questa località un tempo era attiva una cava per l’estrazione della ghiaia, la quale veniva lavorata e sotto forma di cemento e calce era indispensabile per la costruzione di case, strade e in tutti i lavori di muratura necessari. Si narra che in passato una frana abbia travolto la cava e sotto le macerie siano ancora sepolti i carri utilizzati per il lavoro di estrazione.

10 Pineta
La pineta costituisce un’ampia fascia boschiva di pino nero (Pinus nigra) e segna il margine alla base del monte Faussiór, percorrendo tutto il paese da sud a nord. La pineta è di origine artificiale, piantata nei primi anni del ‘900 a protezione dell’abitato dalla caduta dei massi.

11 Fontana del Pùster
Questa fontana è stata costruita con pietra “rosso di Fai” nel 1783 e presenta due vasche: un abbeveratoio ed un lavatoio con pianali in pietra aggiunti nel 1990.
La sua denominazione deriva dal soprannome della famiglia che abitava vicino alla fontana stessa.

12 Fontana de l’eréde
La costruzione della fontana risale al 1894, ma posizionata in questo luogo solamente negli anni ‘70. In precedenza qui scorreva un abbondante ruscello che proseguiva poi verso la Villa, la parte più bassa del paese di Fai.

13 Fontana de San Ròc’
Fontanella di acqua potabile, costruita con la pietra “rosso Asiago” e spostata sul retro della cappella di San Rocco dopo i recenti lavori di pavimentazione della piazza del 2009. Un tempo la fontana, più grande e utilizzata anche per l’abbeveraggio del bestiame, si trovava nella parte opposta della piazza.

14 Fontana blància
Dalla fontana, ora collegata all’acquedotto comunale, un tempo sgorgava direttamente l’acqua della sorgente del monte Faussiór. Si racconta che negli anni ’30 il senator Carletti si faceva inviare a Roma due damigiane della purissima acqua della Fontana blància ogni due settimane.

15 Fontana del Morìna
L’attuale fontana è stata costruita nel 2000 con la pietra “rosso di Trento”. In passato, al suo posto era presente un’altra fontana che durante gli anni ‘50 era stata ricoperta da un tettuccio in legno in modo da proteggere dalla pioggia le donne che andavano a lavare i panni.

16 Fontana del Slósser
La denominazione della fontana deriva dal soprannome Slósser, adattamento nel dialetto di Fai del termine tedesco Schlosser = fabbro. La famiglia che abitava nella casa a fianco della fontana veniva così chiamata proprio per il lavoro svolto dal capo famiglia.

17 Pilone della funivia
Uno dei 12 piloni di sostegno della funivia Zambana-Fai inaugurata nel 1925 alla presenza del generale Umberto Nobile e attiva fino al 1955.
Nel 1929 viene creato il collegamento tra il paese di Fai e la Paganella grazie alla funivia Fai-Dosso Larici.
Verrà inaugurata poi nel 1957 la Direttissima, la funivia che da Lavis portava direttamente in cima alla Paganella con un dislivello di 1900 metri.

18 Crós dei franzési
La crós dei franzési è una lapide che risalirebbe all’epoca napoleonica (fine 1700). La storia racconta di tre soldati francesi uccisi e sepolti in questo punto. Altri narrano di un viandante innocente che risaliva dalla Val Manàra, fucilato perché identificato come una presunta spia.

19 Terrazzamenti
Caratteristici e suggestivi sono i muretti a secco con i quali si era soliti delimitare le strade o creare terrazzamenti, in modo da rendere coltivabili anche i terreni in pendenza.
Questo tipo di muro veniva costruito con pietre grezze bloccate l’una con l’altra senza l’utilizzo di leganti di alcun genere.

20 Ciastèl
La nobile famiglia dei conti Spaur, originaria del vicino paese di Spormaggiore, nel 1620 fece costruire a Fai il loro palazzo, più noto come “il castello”, dove i conti erano soliti trascorrere il periodo estivo.
Attualmente è di proprietà della famiglia Unterrichter.

21 Madonìna
È chiamata comunemente “grotta”, un ampio anfratto naturale nella roccia che ospita una statua della Madonna. La sua posizione offre un’aperta visuale sulla Valle dell’Adige: durante la seconda Guerra Mondiale infatti, la grotta della Madonìna veniva utilizzata come riparo durante i bombardamenti sulla città di Trento.

22 Dòs Ciastèl
La testimonianza più antica dell’origine di Fai della Paganella viene portata alla luce nella zona del Dos Ciastèl con la scoperta dell’esistenza di un villaggio retico del V-IV secolo a.C. dove sono tuttora visibili numerose strutture murarie delle abitazioni costituite da muretti a secco, con la parte superiore in legno ed il tetto probabilmente in paglia.

23 Cialciàra
Questa cialciàra rappresenta una delle sei fornaci presenti sul territorio di Fai della Paganella, adibite in passato alla pratica diffusa della cottura delle pietre destinata poi alla produzione della calce.
Le cialciàre si presentavano come strutture rocciose circolari o conche tondeggianti ricavate nel terreno di cui sono ancora visibili i resti murari che le delimitavano.

24 Bus de le anguàne
È un lungo cunicolo sotterraneo che fa riferimento alla presenza delle anguàne, delle fate, creature legate all’acqua, con caratteristiche simili a quelle delle ninfe e tipiche della mitologia alpina.

25 San Ròc’
La cappella dedicata a San Rocco, con il caratteristico campanile a ravanello, venne inaugurata nel 1867 e portata alle attuali proporzioni con il restauro del 1957. Una lapide all’interno ricorda la peste del 1836 che colpì molti abitanti della Villa, mentre ne furono immuni tutte le famiglie di Cortàlta.

26 Ciasèl
L’edificio ha ospitato fino al 1977 il caseificio del paese di Fai, presso il quale veniva conferito il latte del bestiame per la produzione del formaggio.

27 Campanile
Il campanile della Chiesa di Fai è una torre a base quadrata che colpisce immediatamente per l’insolita assenza della punta. Costruita con pietra di Fai, bianca e rosata, accoglie 5 campane con nomi femminili: Addolorata Gabriella, Ave Maria Narcisa, Nicolina Maria, Valentina Sofia e Luigina Bianca.

28 Strada del tóro
La strada prende il nome da un antico diritto concesso al possessore del toro di poter utilizzare l’erba delle scarpate stradali per alimentare l’animale. La condizione di favore ad esso riservata, al quale ognuno contribuiva privandosi di una quantità di foraggio in favore dello stesso, era dovuta all’importanza che rivestiva il toro per la sopravvivenza dell’intera comunità.

29 Sasso forato
Molteplici sono le notizie tramandate riguardo all’origine del sasso: dalla pietra di sostegno del portone del Castello, ad uno dei sassi che trovavano all’ingresso dei campi. Attraverso il foro, in questo caso, sarebbe stato inserito il palo di legno che impediva l’ingresso nei prati.

30 Porta del cimitero
Le colonne che costituiscono l’ingresso principale del cimitero di Fai vengono fatte risalire alla vecchia Chiesa ricordata fin dal 1365 e demolita nel 1790, quando venne edificata quella attuale, consacrata soltanto nel 1838. Entrambe dedicate a San Nicolò, patrono di Fai della Paganella.

31 Fó
Il faggio (Fagus sylvatica): da questa pianta nasce il nome stesso del paese di Fai (dal latino fgus). Oltre a questo, anche altri toponimi presenti in paese come Faé e Févi, derivano proprio dal termine faggio.
Questa pianta, così presente sul territorio, è rappresentata infatti anche nello stemma del paese di Fai della Paganella.

32 Antonio Cembran
La stele ricorda il Cavalier Antonio Cembran, il quale fece costruire la prima Colonia Alpina Balilla d’Italia “Rolando Cembran” in memoria del figlio; dal 1928 la Colonia ospitava durante l’estate oltre 200 giovani Balilla.

33 Acquedotto del Pasquét
L’acquedotto è il sistema utilizzato per prelevare l’acqua da dove sgorga naturalmente e farla arrivare al luogo dove la si utilizza. Il primo acquedotto di Fai venne realizzato nel 1888 e alimentava le fontane a cui gli abitanti si recavano per prelevare l’acqua. Oggi l’acqua del quale necessitiamo sgorga facilmente dal rubinetto ma spesso la sua origine ci è sconosciuta. Quella di Fai arriva dal Brenta e dopo aver subito numerosi trattamenti per la salvaguardia delle nostra salute.

34 Acqua dei cianóni
Sorgente naturale di acqua potabile proveniente dal monte Faussiór. L’acqua, che fino ad allora era disponibile soltanto alle sorgenti, con la realizzazione degli acquedotti si è avvicinata alle case grazie alle fontane e solo nel recente passato è stata resa disponibile a tutti.

35 Predàra
La Predàra è una cava adibita in passato all’estrazione e alla lavorazione di roccia marmorea.

36 Mas
Il maso più antico di Fai, dove il paese è nato e da dove poi si è sviluppato. Il Mas fa parte della originaria frazione di Cortàlta (la parte superiore, “corte alta”).